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L’annuncio del geniale costruttore di aspirapolveri e di altri innovativi elettrodomestici aveva incuriosito addetti ai lavori e non solo.

L’idea di un nuovo marchio di auto elettriche basate su quel motore digitale divenuto tanto famoso grazie all’utilizzo negli aspirapolvere aveva in qualche modo solleticato la fantasia dell’opinione pubblica.
L’azienda inglese Dyson Ltd produce aspirapolveri, ventilatori, termoventilatori, purificatori, asciugacapelli, asciugamani elettrici e lampade LED e commercializza i suoi prodotti in oltre 70 paesi.
L’immagine Dyson ha sempre spiccato per la creatività e l’efficienza delle idee e delle successive realizzazioni del suo fondatore, l’ingegnere James Dyson che rappresenta l’immagine moderna del geniale inventore.

James Dyson
Anche il governo brittanico ha creduto nell’ambizioso progetto stanziando 174 milioni di sterline come incentivo statale finalizzato alla riduzione dei motori a combustione interna entro il 2040.
Purtroppo è arrivata in queste ore la notizia che l’azienda Dyson Ltd rinuncerà a sviluppare ulteriormente il progetto di produrre automobili.
Il team di Dyson Automotive ha sviluppato un’auto fantastica; sono stati ingegnosi nel loro approccio pur rimanendo fedeli alle nostre filosofie” si legge in un comunicato voluto da James Dyson e rivolto ai dipendenti. “Tuttavia, sebbene siano state fatte molte prove durante il processo di sviluppo, semplicemente non possiamo rendere questo progetto commercialmente fattibile. Abbiamo cercato un acquirente serio per il progetto ma, sfortunatamente, fino a ora senza successo. Il board di Dyson ha quindi preso la difficile decisione di proporre la chiusura del progetto automobilistico“.

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James Dyson ha inoltre aggiunto che quello di produrre una vettura elettrica “non è il primo progetto che ha cambiato direzione e non sarà l’ultimo“. Il reparto automotive di Dyson sarebbe dovuto nascere all’interno di un piano più ampio, del valore di 2 miliardi di euro, che avrebbe dovuto comprendere anche altri importanti campi di innovazione come l’intelligenza artificiale, la robotica e la produzione di batterie.
Per fortuna sembra che la rinuncia al progetto non comporterà la riduzione del personale che sarà reimpiegato in altri settori.

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