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Dal 1938 ha dominato le strade partendo dalla Germania per poi diffondersi in tutto il mondo ed affermare il marchio Volkswagen come sinonimo di garanzia di qualità delle quattro ruote. Sicuramente avrete capito tutti che stiamo parlando del Maggiolino o Maggiolone?

Poco importa come lo chiamerete ma si tratta di un’auto senza tempo e dal rombo del motore che parla tedesco.

Il Maggiolino esiste da sempre e, nonostante tutto, la casa automobilistica teutonica lo ha reso così famoso anche grazie al fatto che il veicolo è stato rappresentativo di ogni epoca, perché il Maggiolino o Maggiolone ha avuto la capacità di rinascere e di modellarsi per adeguarsi ai tempi.

Questo modello Volkswagen ha saputo trovare una propria identità che lo ha reso inconfondibile: ancora oggi, seppur moderni e rivisitati, i maggiolini girano anche per le nostre strade, così come i Maggioloni. Ma quali sono le differenze che permettono di distinguere i due veicoli?

Bella domanda! Non è così facile distinguerli tra loro, ma se li osservate bene alcune peculiarità vi faranno capire se si tratta di un Maggiolino o di un Maggiolone.

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Maggiolino: migliorare senza cambiare

Seppur la Volkswagen ha saputo interpretare perfettamente i cambiamenti d’epoca, è vero anche che la casa automobilistica non ha stravolto mai l’estetica di questi veicolo.

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Del Maggiolino si possono appuntare due date: il 1970 ed il 1973, che segnano rispettivamente la nascita dei modelli 1302 e 1303, i quali si modificano anche in base all’esigenza di avere più spazio e anche maggiore comfort di marcia.

Le migliorie più importanti, nel corso degli anni, hanno determinato interventi soprattutto sul portabagagli, nel tentativo di conquistare maggiore spazio mantenendo, però, l’elemento che caratterizza maggiormente i modelli tedeschi, ovvero l’inconfondibile cofano.

Anche la ruota di scorta cambia posto e si preferisce che venga montata rialzata, piuttosto che orizzontale.

L’esigenza di comfort nel Maggiolone, invece si traduce nell’impiego di nuove sospensioni, il retrotreno accoglie i bracci interconnessi che interessano anche l’avantreno.

Eppure, per distinguere un Maggiolino da un Maggiolone basterà dedicare qualche secondo ad osservare tra il parafango davanti e la ruota.

Se è un Maggiolone sarà caratterizzato dalla presenza del sistema di sospensione di cui, invece, il Maggiolino non è dotato.

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D’epoca in epoca si impone il Maggiolino!

Nel periodo precedente al 1967, il modello è caratterizzato dal collegamento diretto tra la scatola e lo sterzo tramite il piantone. La ruota di scorta, invece, è posta verticalmente.

Con l’avvento del modello 1302, il Maggiolone si caratterizza per la dotazione del sistema MacPherson per quanto riguarda le sospensioni e la ruota di scorta viene posta orizzontalmente. In più, a caratterizzare il maggiolone, anche la presenza del piantone collassabile.

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Quindi, per ben un quinquennio, la casa automobilistica della Germania continuò a produrre entrambi i modelli, fino a quando non fu il Maggiolino a prendere il sopravvento grazie al fatto che la sua produzione fosse più semplice ed anche perché risultava più economica rispetto a quella del fratello Maggiolone.

La Volkswagen a bordo del Maggiolino arriva in Messico quando, nel 1978, da Wolfsburg la produzione viene trasferita a Puebla.

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L’azienda automobilistica tedesca “taglia” un traguardo record il 30 luglio del 2003 con la nascita dell’ultimo Maggiolino che ha rappresentato il veicolo numero 21.529.464.

Insomma, si tratta di un modello amato che non conosce l’effetto del tempo e la precarietà della moda, un’automobile che contribuisce alla storia su quattro ruote, un veicolo protagonista del cinema internazionale.

Maggiolino e Maggiolone sono due modelli apprezzati in tutto il mondo per uno stile inconfondibile, che ha firmato la popolarità ed il successo degli stessi nel panorama automobilistico.

Da qualche mese la produzione Volkswagen  del Maggiolino si è interotta definitivamente.

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